Il Rifugio Baita Iseo, nel territorio del
Comune di Ono S.Pietro, come tanti altri rifugi o bivacchi è nato dalla
ristrutturazione di una antica malga, per la precisione nell’anno 1980,
grazie al lavoro dei volontari della sottosezione CAI di Iseo. E’ situato
sulle pendici nord-orientali della Concarena, gruppo
montuoso estremamente ricco
di rocce sedimentarie con varie tipologie di calcare, la cui
conformazione ricorda quella delle Dolomiti. Il periodo di apertura, di
solito, va dalla metà di giugno alla metà di settembre, mentre da marzo a
fine anno è prevista nei fine settimana, su prenotazione. E’ comunque
disponibile e sempre aperto il locale invernale
utilizzato come bivacco.
L’escursione al rifugio,
adatta a tutti e per gran parte dell’anno, consente inoltre di scoprire una
piccola località della Vallecamonica, probabilmente ai più sconosciuta,
rappresentata dalle Baite di Natù (m 1328).
Questo gruppetto di case ben ristrutturate, esposte al sole e distanti
solamente una decina di minuti dal Rif. Iseo, sorgono su di un dosso a
picco sulla valle e godono di un panorama mozzafiato: alle spalle, dove
finiscono i pratoni, si ergono immediatamente le
argute guglie delle Corne Rosse e le ripide pareti di Cima Bacchetta, a
valle si vede tutta la media Vallecamonica
e oltre le dirimpettaie montagne, tra le quali spiccano le Cime di Tredenus e l’inconfondibile Pizzo
Badile Camuno.
Questa escursione può
essere arrichita, preventivando al massimo un’oretta di tempo in più, dalla
visita al laghetto di Nuadè e al Coren de Zuen,
situati non lontani dalla Baita Iseo.
Il ritorno avviene
passando da Pescarzo e da Cemmo, dal quale tramite stradette e pista
ciclabile, si chiude l’anello a Ono S.Pietro.
Itinerario
Si parcheggia nel
piccolo borgo antico di Ono S.Pietro e si seguono le segnalazioni verso le
Baite del Mella e verso il Rifugio Iseo. La strada, che inizialmente è la
stessa e per un tratto corrisponde anche alla Via Valeriana (CAI 191), si prende appena sopra il paese dopo la chiesa; quando la
pendenza comincia ad aumentare, da asfaltata poco alla volta diventa
sterrata o acciottolata. Si ignora una prima deviazione per il rifugio, che
si incontra quasi subito e si continua per circa 2 km scarsi fino alla località Vaialù (m 700) dove si imbocca una mulattiera sulla sinistra, segnalata dal
segnavia CAI 98. La
strada, quasi sempre molto ripida, è
percorribile anche dagli automezzi, che necessariamente devono essere
dei fuoristrada adatti a questo tipo di percorso. La ripidità, pur se più
faticosa, fa si che i tempi per superare il dislivello si accorcino
notevolmente e in meno di 2 ore, ignorando qualsiasi deviazione, si
perviene al dosso panoramico delle Baite di
Natù (m 1328): le cascine di una volta oggi sono
case di vacanza, ben ristrutturate mantenendo la tipicità della baita.
Davvero suggestiva la panoramicità accennata nell’introduzione, con le imponenti pareti rocciose della Concarena e
delle Corne Rosse che dominano l’ambiente. Oltre l’agglomerato di case, parte
un sentiero, detto “sentiero dei
contrabbandieri”, che scendendo lungo i ripidi
e selvaggi canaloni della concarena riporta a valle: vale la pena
percorrerne, per pochi minuti, il facile tratto
iniziale col quale si raggiunge il bordo del dosso, dal quale la vista verso la Concarena, vicinissima,
risulta ancora più spettacolare. Dalle baite, una stradina semipiana
conduce in pochi minuti al vicino Rifugio Baita
Iseo, situato più a nord su un piccolo pianoro e circondato
parzialmente da una recinzione in legno, dove
termina la prima parte o andata di questo itinerario.
Prima di intraprendere
la seconda parte relativa al ritorno, si consiglia, se si ha tempo e voglia
e in stagione idonea, di impegnare circa un’ora di tempo, tra andata e
ritorno, per visitare il piccolo laghetto di Nuadè (m 1480 circa), alle pendici nord-occidentali delle suggestive
Corne Rosse, dove diparte anche un sentiero (CAI 157) per la salita alla Cima dei Ladrinai (m 2400).
A metà strada, una piccola deviazione consente anche di raggiungere un
punto molto panoramico, rappresentato dal Coren
de Zuen, sul quale è presente una piccola croce.
Ritornati al rifugio, si segue l’indicazione
della freccia direzionale (CAI 6) verso Pescarzo, con la quale si passa quasi
subito nei pressi di una elegante costruzione
ed in circa mezz’ora si raggiungono le cascine soleggiate della località Parzaniga (m 1000). Qui si prende la
stradetta che scende fino a ritrovare la strada che collega Ono S.Pietro
alle Baite del Mella. Quasi subito, dopo una curva, lo sguardo viene
distolto da una immagine dipinta sulla parete esterna di una santella,
raffigurante la “Morte”. Verso i 700 metri
di quota, dove un cartello indica “Put da le Cavre”, il segnavia N.6 abbandona la strada principale per svoltare a
sinistra, ed in comune con la Via Valeriana CAI 191,
cala nella Valle del Clegna per attraverne il torrente su di un ponticello chiamato appunto “Ponte
delle Capre”. Si risale dalla parte opposta su
largo sentiero e con pochi metri di dislivello si raggiunge la
mulattiera, in località “Pisine” con la quale si
scende a Pescarzo di Cemmo. Si attraversa il
caratteristico borgo passando accanto alla
chiesa (Via della Chiesa) e con una vecchia
strada acciottolata si scende a Cemmo
(m 430), dove è necessario riattraversare il torrente in località “Mulì”. Non rimane che percorrere un
tratto di Via Ciclabile per far ritorno a Ono
S.Pietro, in poco meno di mezz’ora.
Cartografia Ingenia mappa
Partenza
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quota
|
Arrivo
|
quota
|
dislivello
|
max
|
Tempo
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Km
|
Difficoltà
|
Data
|
Ono S.Pietro
|
516
|
Baite Natù
|
1328
|
819
|
|
h. 1.50
|
|
E
|
28/01/2018
|
Rif. Baita Iseo
|
1335
|
Ono S.Pietro
|
516
|
-969
+150
|
|
h.2.30
|
|
E
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Nota: il tempo è riferito alla sola salita o
all’andata!
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